martedì 8 maggio 2012

LA MACCHINA DELL'ETERNITA'


LA MACCHINA DELL’ETERNITA’ – Mark Clifton & Frank Riley – 1954 – Premio Hugo 1955 – Collana Nord Cosmo Oro n°88 – Gennaio 1988

ATTENZIONE: da questo punto in avanti, spoiler!

Un servomeccanismo per l’industria aeronautica viene sviluppato al punto tale da diventare un Super Computer. Le potenzialità della nuova macchina, affettuosamente soprannominata Bossy (nomignolo usato dai bambini americani per indicare una mucca), sono intuite dal giovane studente Joe Carter il quale, insieme agli scienziati sviluppatori del congegno, sta fuggendo per potyre sperimentare la macchina lontano  dagli occhi indiscreti dei mass media e del governo. In questo verranno aiutati da Carney e Mabel, anziuana coppia dal torbido passato, e dal magnate dell’industria Kennedy. Bossy viene sperimentata in clandestinità su Mabel la quale riceverà il dono dell’immortalità, ringiovanendo miracolosamente nel giro di pochi giorni, grazie ad un mix di plasma e di apertura mentale nei confronti delle domande poste dall’apparecchiatura. Il risultato finale comprende quello che il giovane Joe si aspettava, come unico telepate del pianeta: Mabel, oltre a ringiovanire, acquisisce facoltà telepatiche. L’immortalità, ovviamente è ricercata da tutta l’umanità e Kennedy riesce a manovrare mediaticamente l’opinione del mondo intero fino ad una dimostrazione publica delle capacità di Bossy. Uno dei due scienziati si sottopone al trattamento. Davanti a miliardi di persone in diretta tv, l’esperimento fallisce miseramente. Solo una mente aperta può ambire all’immortalità. Carney sarà il secondo successo di Bossy. Nel frattempo, Kennedy riuscirà ad intuire le nuove capacità telepatiche di Joe, Mabel e Carney, tenedole ben nascoste al resto degli interessati. Scoperto l’arcano per il buon funzionamento della procedura, a questo punto il mondo intero e pronto a ricevere l’immortalità dalla macchina. Le autorità mondiali, politiche, governative e private vorrebbero impossessarsi di Bossy per i loro scopi ma Kennedy e i suoi collaboratori riusciranno a resistere e a produrre a livello industriale la “Macchina dell’eternità” lasciando all’umanità la facoltà di decidere sul suo utilizzo, su scala planetaria.  

Ho trovato molto curioso il fatto che, ad un anno di distanza dal 1° Premio Hugo, in questo romanzo si parli nuovamente di telepati. Ne “L’uomo disintegrato” troviamo la società divisa in telepati di diverso grado ed esseri umani normali. In questo romanzo invece abbiamo l’unico vero telepate del mondo alla ricerca disperata di un suo simile. L’interazione telepatica del trio Joe, Mabel e Carney è molto simile alle travagliate vicende esistenziali degli ESPer del racconto di Bester. La lettura di questo romanzo mi è risultata un pochino ostica, forse perché non sono tanto avvezzo a grandi discorsi filosofici, ma è proprio questo aspetto che ha fatto della “Macchina dell’eternità” un romanzo degno di vincere il prestigioso Premio Hugo nel 1955. Mi sento quindi di consigliare la lettura solo agli appassionati di fantascienza.

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